Allergia

L’allergia è una reazione a eziologia autoimmune, scatenata dal sistema immunitario in risposta al contatto con una o più sostanze che solitamente non sono dannose chiamate allergeni. Questa condizione clinica è molto comune nella nostra società e le cause sono dovute a fattori genetici e ambientali. Questo trova conferma nel fatto che se entrambi i genitori soffrono di allergia, c’è una buona possibilità che i figli ne siano afflitti. Inoltre, è curioso sapere che questa patologia sembra sia causata da un “eccesso di igene”: un ambiente eccessivamente sterile non è benefico per il sistema immunitario che risulta più predisposto alla genesi di allergie.

Anche il mese di nascita sembrerebbe essere un altro fattore chiave: bambini nati nei periodi primaverili, in cui vi è la liberazione dei pollini, e autunnali, periodo in cui vi è un’alta concentrazione di acari, sono sottoposti prematuramente all’azione di questi allergeni e sviluppano con più facilità delle reazioni allergiche.

Infine, seguire un regime alimentare costituito da sostanze ricche di conservanti, coloranti, trattate industrialmente e di derivati di animali può favorire l’insorgenza dell’allergia, anche se il dibattito su quest’ultimo punto è ancora aperto e i pareri sono piuttosto discordanti.

Fisiologicamente parlando, questa reazione si sviluppa in maniera molto specifica e i tempi di reazione solo relativamente brevi. Le cellule responsabili della sensibilizzazione verso gli allergeni sono i linfociti Th2: questi, in risposta al contatto con l’allergene, iniziano a produrre IL-4 e IL-13 che inducono la differenziazione delle cellule B in plasmacellule (cellule effettrici) e la produzione delle IgE, anticorpi con la funzione di proteggere l'organismo dalle infezioni da parte di parassiti e che sono causa dello sviluppo delle reazioni di ipersensibilità. Le IgE si legano ai mastociti, agli eosinofili e i basofili e fungono da “recettore”: non appena l’antigene (allergene) entra nell’organismo, questo viene a contatto con gli anticorpi IgE presenti sulla superficie delle mastcellule che iniziano a rilasciare istamina, prostaglandine, trombassano e leucotrieni nello spazio intercellulare, scatenando la reazione allergica. In particolare, prostaglandine e istamina sono mediatori chimici della risposta infiammatoria.

L’istamina provoca vasodilatazione e aumento della permeabilità vasale (questo spiega il rossore cutaneo o la formazione di edema in caso di manifestazione allergica), broncocostrizione (provoca tosse e difficoltà nella respirazione, nonché asma) e produzione di muco.

Le manifestazioni cliniche generalmente sono l’asma bronchiale, la rinite allergica, e la dermatite atopica; si possono sviluppare con meno frequenza problemi a livello gastrointestinale (diarrea, vomito e dolore addominale) e orticaria.

Questo tipo di reazione è definita come reazione di ipersensibilità immediata, caratterizzata da una risposta repentina al contatto con l’allergene. Oltre a questo tipo di manifestazione, esiste l’idea che anche nei periodi in cui non vi è una massiccia esposizione all’allergene nell’organismo rimane presente infiammazione minima denominata “flogosi minima persistente”: si tratta di uno stato infiammatorio a carico di mucosa nasale e bronchiale causata da una minima esposizione con la sostanza che normalmente provoca la reazione allergica. Esistono anche reazioni in fase tardiva o secondarie (causate dal contatto con l’allergene e produzione massiccia di IgE) che fanno sì che gli allergeni siano captati con molta più facilità dalle cellule dendritiche e dalle cellule B. Queste cooperano con i linfociti Th2 e provocano un’amplificazione della risposta immunitaria, provocando una persistente flogosi e reazione allergica.