Rispettare gli animali, eccom come fare - Freeland

Stop Vivisection

sv200x160Richiesta abrogazione Direttiva 2010/63/EU

Elena Renier, MNIMH, IMI, Consulente in Fitoterapia e Micoterapia.

Il sito Stop Vivisection ha raccolto 1 milione di firme per dire "No, noi questa legge non la vogliamo" alla direttiva indignante 2010-63-UE. La Petizione Stop Vivisection e? un'iniziativa di partecipazione popolare che si avvale dello strumento varato dal Parlamento e dal Consiglio di Bruxelles nel 2011, il quale ha permesso ai cittadini dell’Ue di raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Stati Membri e di petizionare la Commissione Europea CONTRO la vergognosa Direttiva 2010/63/UE derisoriamente chiamata “sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”, richiedendo una trasformazione dei metodi di ricerca scientifici.

Personaggi responsabili per la raccolta di firme nei vari paesi europei sono i seguenti: per la Francia Claude Reiss, per l’Inghilterra Andre? Me?nache, per l’Italia Gianni Tamino, per la Spagna Nuria Querol i Vin?as, per il Belgio Daniel Flies, per l’Olanda Robert Molenaar, per la Svezia Ingegerd Elvers. Il comitato promotore include Sonia Alfano con le associazioni Leal ed Equivita. Alcuni firmatari di prominenza sociale sono Luigi de Magistris, Moni Ovadia, Gabriele Basilico, Dacia Maraini, Sveva Casati Modignani e Margherita Hack, oltre a molti professori universari, ricercatori e scienziati consapevoli.
Riguardo alla mancanza di risultati scientifici veramente attendibili della sperimentazione animale, perche? le informazioni ottenute sugli animali non sono direttamente trasferibili alla fisiologia delle persone, citiamo il testo dell’iniziativa: “Considerando sia i chiari motivi etici che si oppongono alla sperimentazione animale, sia le evidenze scientifiche che provano l’assenza di predittivita? del “modello animale” per una ricerca finalizzata alla salute umana, sollecitiamo la Commissione europea ad abrogare la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e a presentare una nuova proposta che abolisca l’uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedica e tossicologica, l’uso di dati specifici per la specie umana."
Vogliamo fare il salto di qualita? contro l'usanza barbarica di credere che con metodi crudeli si possano ottenere gli unici dati validi per la ricerca farmacologica e cosmetologica, infliggendo sofferenza ad animali o persone. Tra i metodi di crudelta? ci sono le tecniche di avvelenamento, accecamento, amputazione, tortura con sostanze aggressive, senza alcuna intenzione, sforzo e investigazione che sia mirata ad utilizzare metodologie adeguate, dignitose e basate sul buon senso, che possano assicurarci la sicurezza utilizzando sostanze maggiormente reputabili ed efficaci.
La corsa alla scoperta scientifica innovativa occidentale, spesso senza solide basi empiriche e storiche, e? stata troppo spesso mirata alla sintesi di sostanze chimiche nuove, benche? spesso ispirate oppure copiate dalle strutture di sostanze chimiche isolate dalle piante, le quali apportano effetti collaterali difficili da quantificare, e quindi ad alto margine di rischio per la salute umana. Basta pensare al ritiro sul mercato di molti farmaci di sintesi, come ad esempio, di numerosi ceppi di vaccini antivirali malamente testati quest'inverno 2012. Sacrificare la dignita? degli animali, coscienza di ogni ricercatore, medico e spesso anche la salute del paziente, non puo? essere l'unico modo di fare ricerca.
Si tratta di dire no ai profitti dovuti al sistema di brevettare i farmaci di sintesi e quindi al controllo monopolistico della distribuzione di farmaci essenziali, nonostante numerosi effetti collaterali. In verita?, le medicine di sintesi sono piu? alternative delle cosiddette medicine alternative, le quali si basano, al contrario, prima di tutto, sull'attenta osservazione fenomenologica, la raccolta di dati empirici e la compilazione di numerosi casi clinici da parte del medico o del terapeuta, offrendo informazioni terapeutiche alla lunga piu? attendibili per il lavoro clinico.

La ricerca mirata all'accertamento delle proprieta? terapeutiche di piante, funghi e sostanze naturali utilizzate nelle culture mediche tradizionali e documentate in numerosi testi storici, gode di margini di sicurezza alla lunga piu? prevedibili, per le piante riconosciute e tradizionalmente impiegate con margini di sicurezza ampi. Le sostanze nella forma naturale tradizionale raramente necessitano di stabilire la dose letale (DL) in rapporto alla dose efficace (DE), perche? gli effetti collaterali noti storicamente sono le comuni reazioni allergiche e digestive di tipo alimentare. Ad esempio, la dose tossica oppure letale dell'olio d'oliva, con tutte le sue proprieta? benefiche cardiovascolari, e? probabilmente circa mezzo litro, una quantita? che il buon senso e l'esperienza tradizionale ci impediscono di bere in una sola dose! Mentre la dose letale di un farmaco anticoagulante, come ad esempio la warfarina, e? millimetrale! Non e? mio compito qui suggerire che la warfarina non sia utile, semplicemente che gli investimenti per la ricerca cardiovascolare potrebbero concentrarsi su un maggior numero di sostanze naturali, non solo l'olio extra vergine d'oliva.
Un atteggiamento rispettoso per la vita degli animali provocherebbe una presa di coscienza degli enormi benefici di sostanze naturali sicure e disponibili a livello locale, le quali non sono brevettabili, non darebbero gli stessi profitti alle grosse corporazioni farmaceutiche ma, in compenso, abbasserebbero la spesa sanitaria e la ricerca sarebbe all'insegna del buon senso di tipo casistico e qualitativo per il medico e l'individuo, non tanto rivolta alla produzione per un dato statistico che rappresenterebbe la media della massa della popolazione... alle spese di chiunque si trovi nettamente al di sopra o al di sotto della media statistica.

Fonti: 2013, Vanna Brocca. Vivisezione? Adesso l’Europa puo? dire no. http://www.ilfattoquotidiano.it