I Funghi Medicinali nella Tradizione Natalizia

I funghi per certi versi, sono considerati "oggetti misteriosi", sono vegetali che non possiedono radici, e neppure foglie e fiori, e nemmeno clorofilla che pure è presente in quasi tutte le piante e che, per mezzo della luce, permette al vegetale l'assimilazione del carbonio contenuto nell'anidride carbonica dell'atmosfera.
Dal momento che i funghi crescono all’ombra e hanno a volte un aspetto strano, sono spesso stati associati a demoni e spiriti.
La misteriosa biologia del fungo ha attirato l'interesse dell'uomo fin dai tempi più remoti, suscitando la fantasia degli uomini che li hanno avvolti in un alone di magia e resi protagonisti di leggende e credenze popolari. Per esempio in epoca medioevale c’era la credenza che tuoni e fulmini facessero spuntare i funghi nella foresta, e che demoni e streghe li utilizzassero per i loro incantesimi.

Data l’imminenza delle feste natalizie ci piace raccontarvi di un antica tradizione delle popolazioni nomadi siberiane, che ci riconduce alla figura attuale di Babbo Natale:

Incisioni rupestri preistoriche e racconti mitologici, attestano come le popolazioni siberiane utilizzassero il fungo allucinogeno Amanita muscaria in occasione di cerimonie e feste collettivamente oppure come questo venisse ingerito dagli sciamani per favorire la trance durante le pratiche curative o per contattare gli spiriti dei morti, nelle pratiche divinatorie o nell’interpretazione dei sogni. E’ probabile che l’uso fosse inizialmente esclusivamente sciamanico per poi diffondersi anche ad altri membri della società tribale, con l’affievolirsi del potere sciamanico.

Tali popolazioni scoprirono le proprietà psicoattive del fungo presenti anche nell’urina di chi lo consumava, osservando le renne che lo ingerivano intenzionalmente inebriandosi sia con il fungo che con l’urina delle altre renne che l’avevano consumato. Presero così il bizzarro costume di bere la propria urina o quella di altri individui dopo l assunzione per prolungarne gli effetti. In realtà pare che i componenti ricchi della tribù si riunissero in luoghi chiusi per ingerire il fungo mentre i poveri che non volevano negarsi l’esperienza, partecipassero all’esperienza allucinogena di “seconda mano” bevendo la loro urina.
In particolare i Sami hanno come tradizione di dar da mangiare l’Amanita muscaria alle loro renne e di berne l’urina, evitando i componenti altamente tossici del fungo, metabolizzati dal sistema digestivo dell’animale, e lasciando i componenti allucinogeni intatti. I Sami, sotto gli effetti allucinogeni della bevanda, pensavano che le renne viaggiassero nello spazio e guardassero il mondo dall’alto.

Nel corso delle visioni indotte dal fungo, si presentavano alle popolazioni siberiane figure antropomorfe che li conducevano per mano nel viaggio ultraterreno. Venivano chiamati «Uomini – amanita» ed erano vestiti di bianco e rosso, i colori dell’amanita che in Siberia cresce nei boschi di conifere. Questi uomini amanita ricoprivano in queste popolazioni un ruolo importante. Si tramanda che essi entrassero attraverso un’apertura del tetto e portassero questi funghi in grandi sacchi.

In particolare il Festival del Rinnovamento di Metà Inverno prevedeva una speciale cerimonia sciamanica legata a queste figure: lo sciamano vestito con una particolare tenuta costituita da un cappotto rosso decorato di bianco e stivali neri raccoglieva un fungo, l’Agaricus muscarius da sotto gli alberi scari. Dopo la raccolta entrava nella sua Tepee (tenda in pelle di renna) attraverso il camino portando con sé un sacco pieno di funghi, ed una volta dentro iniziava la sua cerimonia, dividendo i funghi con gli altri partecipanti riuniti nella tenda.

Quando i primi missionari giunsero in Lapponia e sentirono le storie di queste renne volanti, integrarono i racconti con la tradizione occidentale del Natale e nacque la figura di Babbo Natale con la sua slitta trainata da renne nei cieli.
Molti esploratori vittoriani tornarono dopo i loro viaggi in Lapponia con la storia delle renne volanti, diffondendola in tutta l’Europa centrale. Fu in particolare Henry Livingston a cristallizzare la figura di babbo Natale con il suo poema “Twas the night Before Christmas” del 1832, che poi si rafforzò nel tempo.
Molti simboli del nostro Natale, derivano da tradizioni sciamaniche pre-cristiane del Nord Europa: lo scambio dei doni, gli alberi decorati oltre che la figura di Babbo Natale con le sue renne.

Con questo racconto Vi auguriamo Buon Natale!

Fonti bibliografiche:

Stefania Cazzavillan (2011) – FUNGHI MEDICINALI, dalla tradizione alla scienza – NUOVA IPSA EDITORE
Ivo Bianchi (2008) – MICOTERAPIA – NUOVA IPSA EDITORE