I Fitosteroli

I fitosteroli sono un gruppo di steroli di origine vegetale, facenti parte degli isoprenoidi, ampiamente presenti in frutta e verdura. Essi sono parte integrante delle membrane cellulari delle piante e dei funghi, con effetti stabilizzanti sul doppio strato fosfolipidico, proprio come il colesterolo nelle membrane cellulari degli animali. Anche se il colesterolo è lo sterolo predominante negli animali, compreso l’uomo, una varietà di steroli si possono trovare anche nelle piante[1]. I nutrizionisti riconoscono due classi di fitosteroli: gli steroli[2], che hanno un doppio legame nell’anello steroideo, e gli stanoli[3], che mancano di un doppio legame nell’anello steroideo.

I fitosteroli più comuni che si trovano nella dieta umana sono il beta-sitosterolo, il campesterolo e il stigmasterolo, rispettivamente presenti al 65%, al 30% e al 3%[4].

Il colesterolo nel sangue e nei tessuti umani può derivare dalla dieta e da una sua sintesi endogena, mentre tutti i fitosteroli nel sangue e nei tessuti umani derivano unicamente dalla dieta perché gli esseri umani non possono sintetizzarli[5].

La somiglianza strutturale con il colesterolo permette loro di spostarsi nelle lipoproteine a bassa densità (LDL) nell’intestino umano. Gli effetti protettivi dei fitosteroli contro le malattie cardiovascolari, lo sviluppo del cancro del colon e della mammella sono stati ampiamente documentati. Diversi rapporti sono stati pubblicati sul potenziale effetto benefico dell’assunzione di questi composti, come il beta-sitosterolo, il stigmasterolo e il campesterolo[6].

Al giorno d’oggi gli alimenti funzionali integrati con fitosteroli sono diventati uno strumento alternativo, sano e naturale per abbassare i livelli di colesterolo LDL. A differenza delle statine, in cui l’abbassamento del colesterolo è stato dimostrato di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità generale in circostanze ben definite, tale effetto non è mai stato documentato con cibi ricchi di fitosteroli o integratori caratterizzati da questi specifici composti[7,8]. Si è visto, però, che la somministrazione concomitante di statine con alimenti arricchiti di fitosteroli, aumenta l’effetto ipocolesterolemizzante dei fitosteroli, ancora una volta senza alcuna prova di beneficio clinico[7]. Le statine agiscono riducendo la sintesi del colesterolo attraverso l’inibizione dell’enzima HMG-CoA reduttasi. Diversamente, i fitosteroli riducono i livelli di colesterolo in competizione con l’assorbimento del colesterolo nell'intestino attraverso uno o più meccanismi possibili[9,10,11]; questi riescono a ridurre ulteriormente i livelli di colesterolo dal 9% al 17% in chi fa uso di statine[12]. Il tipo o la dose di statina non sembra influenzare l’efficacia ipocolesterolemizzante dei fitosteroli[13]. Viste le loro proprietà colesterolo- riducenti, alcuni produttori stanno usando steroli e stanoli come additivi alimentari[14].

Uno dei fitosteroli più interessanti è sicuramente l’ergosterolo (ergosta-5,7,22-trien-3?-olo), uno sterolo che si trova nelle membrane cellulari di funghi e protozoi, che svolge molte delle funzioni che il colesterolo svolge nelle cellule animali[15]. L’ergosterolo è una forma di provitamina della vitamina D2; l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) provoca una reazione chimica che produce la vitamina D2.

Tuttavia, l'uso eccessivo di fitosteroli è stato osservato essere in grado di sviluppare malattia coronarica prematura in pazienti fitosterolemici, alto rischio di formazione di placche aterosclerotiche e infarto del miocardio. I fitosteroli sono noti per ridurre il colesterolo LDL, ma sembra che, in alcuni casi, aumentino il rischio cardiovascolare. Nonostante ciò, la FDA ritiene che alimenti o integratori ricchi di questi composti è in grado di ridurre i livelli di colesterolo totale e di lipoproteine LDL.

Fonti bibliografiche:

  1. Ostlund RE, Jr. Phytosterols in human nutrition. Annu Rev Nutr. 2002;22:533-549.
  2. Jenkins DJ, Kendall CW, Marchie A, et al. The Garden of Eden--plant based diets, the genetic drive to conserve cholesterol and its implications for heart disease in the 21st century. Comp Biochem Physiol A Mol Integr Physiol. 2003;136(1):141-151.
  3. Kendall CW, Jenkins DJ. A dietary portfolio: maximal reduction of low-density lipoprotein cholesterol with diet. Curr Atheroscler Rep. 2004;6(6):492-498.
  4. Weihrauch, JL; Gardner, JM (1978). "Sterol content of foods of plant origin". Journal of the American Dietetic Association 73 (1): 39–47. PMID 659760.
  5. Sudhop T, Lutjohann D, von Bergmann K. Sterol transporters: targets of natural sterols and new lipid lowering drugs. Pharmacol Ther. 2005;105(3):333-341.
  6. Choudhary SP1, Tran LS. Phytosterols: perspectives in human nutrition and clinical therapy. Curr Med Chem. 2011;18(29):4557-67.
  7. Weingartner, O.; Bohm, M.; Laufs, U. (2008). "Controversial role of plant sterol esters in the management of hypercholesterolaemia". European Heart Journal 30 (4): 404–9. doi:10.1093/eurheartj/ehn580. PMC 2642922. PMID 19158117.
  8. Genser, B.; Silbernagel, G.; De Backer, G.; Bruckert, E.; Carmena, R.; Chapman, M. J.; Deanfield, J.; Descamps, O. S.; Rietzschel, E. R.; Dias, K. C.; März, W. (2012). "Plant sterols and cardiovascular disease: A systematic review and meta-analysis". European Heart Journal 33 (4): 444–451. doi:10.1093/eurheartj/ehr441. PMC 3279314. PMID 22334625.
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  10. Trautwein, Elke A.; Duchateau, Guus S. M. J. E.; Lin, Yuguang; Mel'nikov, Sergey M.; Molhuizen, Henry O.F.; Ntanios, Fady Y. (2003). "Proposed mechanisms of cholesterol-lowering action of plant sterols". European Journal of Lipid Science and Technology 105 (3-4): 171–185. doi:10.1002/ejlt.200390033. Retrieved 16 April 2015.
  11. De Smet, E; Mensink, RP; Plat, J (2012). "Effects of plant sterols and stanols on intestinal cholesterol metabolism: suggested mechanisms from past to present". Molecular Nutrition & Food Research 56 (7): 1058–72. doi:10.1002/mnfr.201100722. Retrieved 16 April 2015.
  12. Scholle, JM; Baker, WL; Talati, R; Coleman, CI (2009). "The effect of adding plant sterols or stanols to statin therapy in hypercholesterolemic patients: Systematic review and meta-analysis". Journal of the American College of Nutrition 28 (5): 517–24. doi:10.1080/07315724.2009.10719784. PMID 20439548.
  13. Katan, M. B.; Grundy, S. M.; Jones, P.; Law, M.; Miettinen, T.; Paoletti, R.; Stresa Workshop, Participants (2003). "Efficacy and Safety of Plant Stanols and Sterols in the Management of Blood Cholesterol Levels". Mayo Clinic Proceedings 78 (8): 965–78. doi:10.4065/78.8.965. PMID 12911045.
  14. Griffin, RM (Feb 2, 2009). "The New Low-Cholesterol Diet: Plant Sterols and Stanols: What are sterols and stanols, and does anyone like to eat them?". http://webmd.com. WebMD. Retrieved 6 July 2013.
  15. Weete JD, Abril M, Blackwell M. Phylogenetic distribution of fungal sterols. PLoS One. 2010 May 28;5(5):e10899. doi: 10.1371/journal.pone.0010899. PMID 20526375.